ESSERE FORTI SIGNIFICA ACCETTARE DI ESSERE VULNERABILI

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ESSERE FORTI SIGNIFICA ACCETTARE DI ESSERE VULNERABILI

Quante volte, in un momento di difficoltà, vi siete sentite dire frasi del tipo: “Smettila di piangerti addosso!”; “Tu sei una tipa tosta, sono certa che ce la farai”; “Reagisci e sii forte!”? È pensiero comune ritenere che nei momenti di difficoltà sia necessario reagire agli eventi dimostrando di essere forti. Lottare anziché arrendersi. Far soccombere le proprie debolezze sotto a una spessa corazza che dimostri al mondo che ce l’abbiamo fatta, che siamo più forti della vita. E se ci fosse un’altra via? Se per lasciare andare i momenti di difficoltà in modo definitivo avessimo bisogno di qualcos’altro?

ESSERE FORTI A TUTTI I COSTI

Ricordo che anni fa, mentre studiavo per diventare counselor, tenni un colloquio a una mia compagna di corso che stava vivendo un momento difficile. A un certo punto, conoscendola da un po’, mi venne da rassicurarla e dirle che ce l’avrebbe fatta, perché lei era una persona molto forte. Anziché restare nell’ascolto della parte più ferita che mi stava portando, cominciai a caricarla come fanno certi coach, evocando le sue capacità e la sua forza innata per darle un po’ di energia. Lei non mi fece nemmeno finire la frase e un po’ scocciata sbottò: «Basta con sta forza! Tutti a dirmi che devo essere forte… Io sono stufa di essere forte!».

La sua reazione mi colpì molto. Capii all’istante di aver commesso due grossi errori: non l’avevo veramente ascoltata e anziché prendermi cura della sua sofferenza avevo cercato di spingerla a essere forte a tutti i costi. In poche parole la stavo invitando a mandare via il suo dolore, a reagire, per tornare in una zona di comfort. Questo è ciò che facciamo ogni volta in cui sproniamo gli altri a essere forti e a reagire alle avversità. Sicuramente lo facciamo in buona fede, ma in realtà lo facciamo perché le loro difficoltà ci ricordano le nostre e ci fanno soffrire. Vorremmo cancellarle subito, illudendoci così di cancellare le nostre, di sistemare ogni cosa, di riappianare la vita.

La pulsione a essere forti a tutti i costi è intimamente connessa a quella che ci spinge a rendere ogni cosa piacevole e perfetta. Vorremmo poter sistemare la nostra vita come la stanza di un bellissimo bed & breakfast e fare in modo che rimanga splendente e accogliente per sempre. Essere forti in questo modo esteriore significa infiocchettare le ferite che ci portiamo dentro perché il mondo veda che siamo riuscite a superarle e perché il nostro ego possa dire: “Che brava, sono riuscita a superare questo e questo e ora ho una bellissima vita da sogno.”

Dal punto di vista spirituale, questo rappresenta la morte. La forza esteriore ci porta a evitare le nostre fragilità per poter dimostrare agli altri e a noi stesse che valiamo qualcosa. Quando siamo forti in questo modo, neghiamo la vita, perché in fondo la vita è un ammasso continuo di imperfezioni e difficoltà e cercare di appianare ogni cosa è come morire, come negare la vita nelle sue forme.

Essere forti non ci aiuta e non migliora la qualità della nostra vita se prima non abbiamo rivolto lo sguardo al nostro interno e non abbiamo contattato l’origine di tutto, quella ferita profonda che ci ha causato tanto dolore.

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SE VUOI LIBERARTI DI QUALCOSA, DEVI PERMETTERGLI DI ESISTERE

La vera forza parte dal cuore e non ha nulla a che fare con una lotta, una reazione o un atto di violenza. La vera forza si nutre di ascolto e compassione e risiede nell’essere capaci di sedere insieme alle proprie vulnerabilità.

Nel momento più buio della mia vita, incontrai il mio maestro. All’inizio, mi ero immaginata che mi avrebbe insegnato chissà quali magie e pratiche esoteriche sconosciute ai più, invece tutto ciò che mi disse (per mesi e mesi, direi anche anni) fu di prestare attenzione al mio respiro in modo continuato e ininterrotto. Nulla di più noioso e difficile. Così ho fatto. A volte fu un inferno, altre provai gioia ma la mia grande ossessione, l’attaccamento, non passava. Non riuscivo a lasciare andare quella sofferenza così profonda e asfissiante che alterava del tutto la mia percezione della realtà.

Mi lamentai con lui e così un giorno mi disse: «È arrivato il momento per starci. Adesso la tua meditazione sarà sederti qui e permettere a quel dolore straziante di esserci. Devi guardarlo ben bene negli occhi, senza fuggire, senza respingerlo. Devi farti divorare fino ad arrenderti. Datti in pasto al tuo dolore e non resistere.»

Non fu una passeggiata, né riuscii a farlo al primo colpo. Mi ci vollero diversi tentativi finiti in fughe (di solito uscivo a correre) più o meno rovinose, finché un giorno mi permisi di stare. Ero pronta a farmi attraversare. Il dolore straziante arrivò a un culmine che mi fece sembrare che mi stessi spaccando in due, poi di colpo lo vidi arretrare e mi domandai stupita perché mi avesse fatto così male. Lo guardai con una genuina curiosità e mi sentii molto leggera, un po’ stordita da quello straordinario cambiamento.

Dov’era il mio dolore? Non riuscivo più a trovarlo! Tutta la sofferenza degli ultimi anni si era riassorbita in un oceano di silenzio. Non era né bello, né brutto e io mi sentivo stabile come mai prima di allora. Gli avevo permesso di esistere e lui se n’era andato. Lì conobbi per la prima volta cosa significasse essere forti. Fino ad allora avevo cercato di essere forte in mille modi che avevano un’unica radice comune: evitare il dolore. In quel frangente però, avevo fatto qualcosa di diverso che mi ha cambiato per sempre la vita: ero andata incontro al mio dolore e mi ero lasciata divorare senza opporre alcuna resistenza.

La forza interiore ha la straordinaria capacità di cambiarti la vita. Non si tratta infatti di dimostrare niente a nessuno, né di ottenere alcun tipo di risultato. Significa solo camminare verso la propria ombra senza arretrare e attraversarla per uscirne trasformata.

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6 PUNTI PER SVILUPPARE LA FORZA INTERIORE

1.       Impara ad ascoltare te stessa nel profondo.

Solo praticando l’ascolto, infatti, potrai metterti in contatto con la tua ferita e instaurare un dialogo.

2.       Non permettere a nessun tipo di stimolo esterno di distoglierti da questo ascolto.

Non è facile convivere con il disagio. Per metterlo a tacere facciamo un po’ di tutto: studiare, leggere, guardare la tv e i social, uscire, ascoltare musica, usare droghe…

3. Siedi con il tuo disagio e immagina di instaurare un dialogo.

“Di che cosa hai bisogno in questo momento? Che cosa posso fare per te?”

4.       Prepara una torta in consapevolezza e immagina di darla al tuo dolore.

Ogni mattina a colazione, gli darai una fetta. Questo rito è potentissimo. Si tratta di sostituire la nostra risposta inconscia di avversione con l’accettazione totale. Nutrire il nostro dolore significa arrendersi e lasciare che le cose siano come sono, senza cercare di controllare o modificare il flusso della vita.

5.       Mentre ti lasci attraversare e vivere dal tuo dolore, non ti aggrappare ad alcuna sensazione (piacevole o spiacevole).

Nota come tutto cambia, tutto è in continuo divenire e anche il dolore come è venuto se ne andrà.

6.       Fai tesoro dell’esperienza vissuta.

Essa ha accresciuto la tua luce anziché oscurarla. Nota come ogni cosa ha una sua perfezione intrinseca e arriva con un messaggio ben preciso per la nostra evoluzione spirituale

Spero che questi consigli ti siano stati utili. Buona pratica!

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