La vita si manifesta in molteplici forme che non sempre corrispondono a ciò che ci eravamo aspettati o che avremmo desiderato. Questo accade perché tutto si gioca in un piccolo battito di ciglia che precede il dispiegarsi dell’azione: l’intenzione. Sei mai stato veramente consapevole di questo momento? La risposta puoi trovarla nella qualità della tua vita e nel livello di soddisfazione che provi.
Consapevolezza
L’idea di fare un digiuno aveva cominciato ad affascinarmi dopo che avevo ascoltato il racconto di un amico che aveva deciso di digiunare per una settimana in cima al Teide, il vulcano di Tenerife. Mentre lo ascoltavo, ebbi l’impressione di avere già vissuto un’esperienza del genere, anche se non in questa vita, e subito sentii un richiamo profondo…
Tutti noi desideriamo essere felici eppure a un certo punto del cammino, scendendo sempre più in profondità, ci accorgiamo che essere felici non basta. La felicità è suscettibile agli alti e bassi della vita, va e viene come le onde del mare. Così, a un certo punto del nostro cammino realizziamo che è più importante smettere di soffrire che essere felici. Ma cosa significa smettere di soffrire? È possibile eliminare totalmente la sofferenza dalla nostra vita?
Essere felici è sicuramente il desiderio più condiviso dall’umanità. Ognuno di noi va alla ricerca di questo sacro Graal a modo suo. C’è chi sposa un credo, chi una causa, chi un’emozione, chi un cammino spirituale, chi una filosofia, chi i possedimenti materiali. Non c’è un cammino migliore di un altro perché siamo tutti diversi e ciò che va bene per una persona può non andare bene per un’altra. La realizzazione della felicità, però, qualsiasi sia il cammino scelto per raggiungerla, non può prescindere dal condurre una vita che si basi sull’onestà, sulla verità e sulla non violenza. Senza etica non ci può essere serenità.
La felicità è uno spazio sacro, il tuo spazio sacro. Un luogo dentro di te in cui tutto è quieto, silenzioso, gioioso. La meditazione ti insegna a entrare in questo spazio e a restarci il più a lungo possibile.
No, la felicità non ha nulla a che fare con ciò che ti arriva o ti capita, ma solo con il tuo modo di reagire a ciò che ti arriva o ti capita. La felicità parte da te e da te soltanto.
“Gli esseri umani non risolveranno mai tutti i loro problemi. La sola via è portare la consapevolezza a ciò per cui stai soffrendo, qualsiasi cosa sia”.
Dipa Ma
Chi non è soddisfatto di ciò che ha non sarebbe soddisfatto neppure se avesse ciò che desidera.
(Socrate)
Chiudi gli occhi e ripeti mentalmente questa frase. E ora ti faccio un’unica domanda: ti risuona?
Se la risposta è sì, questo articolo è per te.
Quante volte, in un momento di difficoltà, vi siete sentite dire frasi del tipo: “Smettila di piangerti addosso!”; “Tu sei una tipa tosta, sono certa che ce la farai”; “Reagisci e sii forte!”? È pensiero comune ritenere che nei momenti di difficoltà sia necessario reagire agli eventi dimostrando di essere forti. Lottare anziché arrendersi. Far soccombere le proprie debolezze sotto a una spessa corazza che dimostri al mondo che ce l’abbiamo fatta, che siamo più forti della vita. E se ci fosse un’altra via? Se per lasciare andare i momenti di difficoltà in modo definitivo avessimo bisogno di qualcos’altro?
Ti è mai capitato di sentirti inadeguata a ricoprire un ruolo? Oppure non degna di attenzioni e amore? O ancora incapace di affrontare la vita e le sue difficoltà? Quante volte hai pensato a te stessa paragonandoti agli altri? Quando ci sembra di non essere abbastanza, di non valere quanto gli altri e di non essere in grado di vivere nel modo “giusto” significa che ci siamo lasciate ingannare dalla visuale ristretta e miope del nostro piccolo sé al punto da non riuscire più a vedere la nostra vera natura…
Che cosa significa essere ricchi? È possibile avere una vita spirituale e generare ricchezza materiale? È vero che i soldi sono la rovina dell’anima? I soldi fanno la felicità? O è forse vero il contrario, che la felicità fa i soldi? In questo articolo vi presento la storia di 3 personaggi molto ricchi e che hanno fatto della loro ricchezza un motivo di crescita spirituale.