DIGIUNARE CON IL CORPO E CON LA MENTE

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DIGIUNARE CON IL CORPO E CON LA MENTE

Prova a chiudere gli occhi e pensare alla parola digiuno. Qual è la tua prima reazione? Se in te è sorta curiosità, apertura e interesse allora questo articolo sicuramente ti sarà utile. Se invece la tua mente è entrata in uno stato di avversione, sofferenza, privazione, allora forse questo articolo ti sarà ancora più utile. Il digiuno, a livello profondo, è molto legato alla morte. Ecco perché ti spaventa. E al lasciare andare l’attaccamento, ecco perché ti provoca avversione. Paura e attaccamento sono all’origine della nostra sofferenza, guardarli in faccia non può che aiutarti a ritrovare la serenità…

SATURNO CONTRO

L’anno in cui decisi di fare il digiuno, Saturno stava entrando nel mio segno solare. Le due cose sono strettamente connesse perché saturno rappresenta benissimo il concetto di rinuncia, ascesi, rigidità e silenzio che è tipico del digiuno.

Ve lo racconto perché quando ero molto giovane studiai a lungo l’astrologia e famigliarizzai più volte con Saturno e le sue amabili batoste. Quando passa saturno, le cose non restano mai come sono. Si è chiamati a evolvere, ad andare in profondità e tagliare i rami secchi. Saturno ha a che vedere con la morte così come il digiuno. Digiunare non significa affatto mettere a repentaglio la propria vita (a meno che non abbiamo patologie gravi in corso), tuttavia a livello inconscio l’idea di privarsi del cibo richiama molto quella della morte.

L’idea di fare un digiuno aveva cominciato ad affascinarmi dopo che avevo ascoltato il racconto di un amico che aveva deciso di digiunare per una settimana in cima al Teide, il vulcano di Tenerife. Mentre lo ascoltavo, ebbi l’impressione di avere già vissuto un’esperienza del genere, anche se non in questa vita, e subito sentii un richiamo profondo.

In realtà sbaglio a dire che non l’avevo mai vissuta… A 13 anni, dopo un brutto incidente a cavallo a seguito del quale i miei vendettero la mia cavalla, divenni anoressica. A chi mi conosce oggi spiego sempre che la serenità di oggi è il risultato di una serie di sofferenze molto profonde che ho vissuto durante l’infanzia. L’anoressia fa parte di queste. Un passaggio iniziatico che riuscii a risolvere senza alcun aiuto esterno ma che mi costò anni di tormento davvero profondo. Proprio perché sapevo cosa voleva dire privarsi del cibo, la mia più grande paura era quella che il digiuno potesse in qualche modo far riemergere tutto il dolore della mia adolescenza e trasformarsi in un’arma a doppio taglio.

Quello che feci, dunque, e che consiglio a chiunque voglia vivere un’esperienza del genere, fu di fermarmi e meditarci sopra per un po’. Mi domandai perché lo stessi facendo. Volevo dimostrare qualcosa a qualcuno? Attirare l’attenzione? Oppure lo facevo solo per me stessa? La risposta mi arrivò chiara dopo alcuni giorni di pratica: lo volevo fare per famigliarizzare con i miei limiti, con la paura della morte e per andare più in profondità nella pratica di meditazione.

Saturno indica morte, fine, cambiamento radicale. Sapevo che compiendo quel digiuno stavo dicendo al saturno che entrava nel mio segno solare: “Eccomi, ci sono, sono pronta a questa morte, a questo cambiamento. Mi arrendo alla tua forza.”. Lo facevo perché negli anni di profonda sofferenza della mia adolescenza avevo compreso che non serviva a niente nascondersi ed evitare le paure e i grandi cambiamenti.

Quindici giorni dopo che tornai dal digiuno, Saturno cominciò la sua opera, ponendo bruscamente fine alla relazione lunghissima che avevo avuto con il mio ragazzo e mettendomi di fronte a una serie di cambiamenti molto grandi.

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 COME HO PREPARATO IL MIO DIGIUNO

Lo so, lo so, lo so. Un sacco di gente mi ha detto che sono stata una pazza e che il digiuno non si può fare in solitaria e in autonomia ma è necessario appoggiarsi a una struttura medica. A tutte queste persone io rispondo ni.

La risposta sarebbe sì nel caso in cui aveste malattie o patologie particolari, nel caso in cui foste persone instabili a livello mentale ed emotivo, o nel caso in cui assumeste farmaci.

In tutti gli altri casi la risposta è no, perché un digiuno può benissimo essere preparato e svolto in autonomia.

Ovviamente, è necessario documentarsi bene e compiere tutti i passi necessari perché questa esperienza possa essere di giovamento sia per il corpo che per lo spirito (e soprattutto la mente!). Sul fatto che il digiuno non possa essere fatto a caso sono assolutamente tassativa. La preparazione e l’uscita dal digiuno, in particolare, sono due momenti molto delicati che necessitano uno studio non indifferente.

Per questo, a chiunque rientri nella fascia adatta a questa esperienza, raccomando di cominciare dopo aver letto accuratamente più manuali. In particolare, io mi sono appoggiata ai libri di Rudiger Dahlke e a un manuale classico che spiega passo a passo cosa e come fare.

Ecco la lista delle cose che ho preparato per il digiuno:

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–          Tisana depurativa per fegato e reni preparata al momento in erboristeria (non ricordo le quantità e la tipologia di erbe, quindi affidatevi a una buona erborista)

–          Tisana rilassante per la sera

–          Pulisci – lingua. Io ho comprato questo. Durante il digiuno il corpo butta fuori le tossine accumulate quindi è importante continuare a pulirlo da tutti i residui (non solo con la doccia ma anche con questi piccoli strumenti).

–          Bicchierino per lavaggio oculare. Sempre per il punto di cui sopra, negli occhi si accumulano molte tossine che vanno deterse. Per detergere gli occhi puoi usare una soluzione specifica (allora trovi il bicchierino incorporato alla confezione) oppure comprare solo il bicchiere e poi usare l’acqua della bottiglia.

–          Magnesio supremo Il magnesio è molto importante perché un passaggio fondamentale del digiuno è che riusciate ad andare di corpo almeno una volta al giorno se non di più. Il magnesio aiuta naturalmente in questo senso.

–          Clistere. Lo so, solo a leggere questa parola la maggior parte di voi ci ripenserà. Il clistere non è esattamente la cosa più piacevole del mondo ma può avere il suo fascino (ridacchio mentre batto alla tastiera). Più riuscite a tenere pulito il vostro intestino e più sarete felici (andate a leggervi questo libro se non mi credete). Se il magnesio non dovesse funzionare, almeno avete il piano B. Inoltre, più l’intestino è pulito e meno fame proverete. (per dovere di cronaca: io non l’ho dovuto utilizzare).

–          Succhi di frutta naturali spremuti a freddo senza zuccheri aggiunti (una bottiglia)

–          Qualche carota, qualche patata, qualche zucchina, un po’ di frutta, una mela, tutte le erbe aromatiche e le spezie che vi vengono in mente tranne il peperoncino.

–          Le medicine omeopatiche indicate nel libro di Dahlke specifiche sui problemi che pensate di poter avere (io avevo preso quelle per la nausea e il mal di testa)

–          Cuscino da meditazione

–          Tappetino yoga

–          Scarpe da ginnastica

–          Vestiti molto comodi e di cotone (si suda molto perché il corpo secerne molte tossine)

Infine, l’ultimo dettaglio fondamentale da decidere è il luogo fisico in cui lo farete. Vi sconsiglio vivamente di stare a casa vostra. Troppe tentazioni e troppe abitudini inconsce. Inoltre, se vivete con qualcuno che non è disposto a digiunare insieme a voi, questa esperienza potrebbe trasformarsi in una tortura. Vi sconsiglio anche di farlo in una grande città, o in un posto di vacanza in cui il profumo di focaccia appena sfornata, o di bignè, o di maccheroni al sugo e pane fresco saturino l’aria di tutto il paese.

Per il mio digiuno ho scelto una casa in mezzo alle colline della val di Segale. Non c’era nessun paese, solo qualche casetta sparsa qua e là e molto silenzio. In questo modo ho potuto rallentare del tutto il ritmo e non cadere in tentazione (a parte quando passavo davanti alle pesche profumate e bellissime o alle more che erano in maturazione in quel periodo).

RALLENTA FINO A FONDERTI CON L’UNIVERSO

Fino a quando non ho cominciato a digiunare non avevo mai realizzato quanto la nostra vita ruoti attorno al cibo. Le pause che ci concediamo durante la giornata sono sempre legate al mangiare e il cibo è il collante di tutti i nostri rapporti sociali: se ci incontriamo con gli amici è sempre per mangiare o bere qualcosa. Le rare volte in cui ci vediamo per motivi differenti, come vedere una mostra o fare una passeggiata in montagna, in un modo o nell’altro finiamo con il bere un caffè insieme, fare un aperitivo o mangiarci un gelato. È proprio vero che ci si accorge della preziosità delle cose solo quando per qualche ragione queste vengono a mancare. Per noi occidentali il cibo è un diritto, ma per tanti popoli è un lusso. Durante il digiuno ho imparato ad apprezzare molte cose che per tutta la vita avevo dato per scontate.

Ho cominciato il mio digiuno con tre giorni di sola frutta e verdura cruda riducendo le quantità fino ad entrare in digiuno. C’è chi sceglie di fare il digiuno senza immettere nulla nel corpo, nemmeno l’acqua, ma io ho scelto una versione più morbida: potevo bere acqua e tisane a piacimento e la sera mezzo bicchierino di succo di frutta senza zucchero oppure in alternativa un bicchiere di acqua calda senza sale in cui avevo cotto qualche pezzo di verdura (poi tolto) e aggiunto spezie a piacimento.

Le sensazioni più forti che ho avvertito a livello fisico sono state un senso di totale leggerezza (come se la gravità non mi toccasse più tanto) e un rallentamento molto profondo dell’attività. Questo rallentamento mi ha permesso di entrare in contatto molto profondo con la quantità di pensieri roboanti che avevo in testa. Forse più ancora del cibo ho avvertito la mancanza della ritualità legata al cibo: pensare a cosa cucinare, pulire le verdure, prepararle, sedermi a mangiare, sgranocchiare qualcosa durante la giornata… Non appena ho smesso di mangiare, la mia giornata è diventata lunghissima e priva di confini. Mi sono sentita persa e allo stesso tempo ho realizzato quanta spazzatura interiore avessi dentro. La mia mente è entrata subito in reazione con questa nuova modalità così espansa e lo ha fatto raggiungendo livelli di agitazione non indifferenti.

Ero partita con l’idea di dedicare molto tempo alla meditazione ma appena mi sedevo, cominciava a sfilarmi davanti agli occhi ogni ben di dio e subito dopo un esercito di dubbi: “Starò facendo la cosa giusta? E se mi dovesse succedere qualcosa? Come faccio a guidare se ho i tempi di reazione di un bradipo?…”. Soffro di pressione bassa da sempre e durante il digiuno ovviamente questo problema si è accentuato molto per cui all’inizio la mia mente ci ha costruito sopra una serie di previsioni degne di un’apocalisse.

Così ho preferito praticare la meditazione camminata, riuscendo a trovare maggior centratura. Ricordo che mentre passeggiavo per le colline mi capitava di fermarmi per lunghissimi momenti a contemplare piccoli dettagli che non avevo mai notato prima. A volte mi ritrovavo a piangere di gioia. La notte sognavo tantissimo e tuttavia mi svegliavo sempre riposata. Ogni problema, ansia, preoccupazione, sparì del tutto dalla mia visuale. Pensavo solo a quel momento e mi sembrava che ogni istante racchiudesse in sé l’eternità. Per questo quando finì la settimana fui quasi colta di sorpresa e dentro di me sorse avversione.

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Avevo letto che il digiuno andava interrotto con una mela, simbolo del passaggio dall’eden al mondo terreno, così sedetti davanti a quella mela verde e la osservai per più di un’ora, domandandomi chi fossi e come avessi fatto a vivere fino a quel momento. Mi sentivo sazia, luminosa, piena di energia ed ero terrorizzata all’idea di perdere quel potere. Impiegai più di un’ora per mangiarne metà e fu un’esperienza davvero mistica. Dovete provare per capire che cosa intendo perché a parole mi è molto difficile rendere il misto di emozioni da cui fui attraversata.

Il rientro nel mondo fu per me piuttosto traumatico per le ragioni di cui vi ho scritto sopra, ma soprattutto perché fu come se quel digiuno avesse fatto cadere un velo che mi aveva oscurato gli occhi per anni, mostrandomi con lucidità tutto ciò che avevo tentato di evitare. Tuttavia, il digiuno mi diede anche la forza di affrontare un momento tremendo come quello che vissi poche settimane più tardi e la centratura per riuscire a restare in equilibrio nonostante il crollo improvviso di un mondo in cui avevo vissuto per anni.

conclusioni

Non credo di sbagliare nell’affermare che il digiuno è stata una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto. Ti auguro di poterla vivere un giorno e che possa esserti d’aiuto nel tuo passaggio su questa terra. Namasté.

GRAZIE

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Buona pratica!