LA LEGGE DELLO SPECCHIO

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LA LEGGE DELLO SPECCHIO

Se c’è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi.
Carl Gustav Jung

IL MONDO ESTERNO È UN RIFLESSO DI CIÒ CHE ABBIAMO DENTRO

Ciò che più ci dà fastidio all’esterno è in realtà presente dentro di noi. Questa legge può essere molto dura da accettare per il nostro ego, perché siamo fermamente convinti che siano gli altri, con i loro comportamenti errati, ad avere la colpa. Riusciamo a vedere solo i loro difetti e li condanniamo per i loro comportamenti, senza accorgerci che sono proprio quei comportamenti che più ci danno fastidio a essere presenti più in profondità dentro di noi.

Come possiamo non accorgerci di questi tratti del nostro carattere? È molto semplice: non li vediamo perché sono tratti inconsci. Il 99% della nostra esistenza è guidata dall’inconscio in cui risiedono impulsi, convinzioni, emozioni, ricordi, immagini, credenze di cui non siamo per nulla consapevoli. Le persone ci fanno da specchio, portando alla luce ciò che noi altrimenti non riusciremmo a vedere. Finché un determinato comportamento o emozione ci dà fastidio negli altri, significa che quello stesso principio risiede ancora nascosto in noi.

Per la legge della risonanza, attiriamo a noi persone e situazioni che fanno emergere quel tratto in modo che possiamo osservarlo. Risuoniamo con persone che riflettono alcuni tratti del nostro carattere che preferiamo non vedere e che releghiamo nella parte inconscia. Ma tutte le parti che releghiamo nell’inconscio e ci rifiutiamo di accettare, riemergono sotto forma di fastidio o condanna verso gli altri.

La causa del nostro fastidio non può mai essere un oggetto esterno, altrimenti non si spiegherebbe perché una determinata persona o situazione dia fastidio a qualcuno e a qualcun altro no.

Inoltre, se anche cambiano le condizioni esterne, noi continuiamo a provare quel fastidio. Per esempio nel rapporto di coppia, cambiamo partner ma dopo un po’ riemergono gli stessi problemi; oppure cambiamo posto di lavoro e dopo un po’ incontriamo le stesse situazioni da cui eravamo fuggiti.

 COME AGISCE LA LEGGE DELLO SPECCHIO

La legge dello specchio agisce in tre modi principali:

1)      Ci dà fastidio ciò che siamo;

2)      Ci dà fastidio ciò che vorremmo essere;

3)      Ci dà fastidio ciò che non abbiamo potuto avere o che ci è stato sottratto.

Il primo aspetto riguarda ciò di cui abbiamo parlato finora, cioè le parti ombra che vediamo negli altri ma non in noi e che ci causano avversione e fastidio. Per scoprire il motivo per cui una persona/situazione ci causa fastidio dobbiamo uscire dal pensiero orizzontale (che ci tiene legati all’identificazione con la rabbia verso quella persona) ed entrare in quello verticale, cioè porci delle domande.

Se proviamo avversione per un ladro non significa che siamo dei ladri ma che magari abbiamo forti attaccamenti, siamo degli accumulatori seriali di oggetti, persone o situazioni e non siamo capaci di lasciare andare.

Il secondo aspetto riguarda il nostro desiderio di essere in un certo modo. Spesso critichiamo le persone ricche perché in realtà vorremmo essere come loro; oppure chi lavora poco perché anche noi vorremmo lavorare poco; o ancora chi trasgredisce le regole perché questo è in realtà ciò che vorremmo saper fare anche noi.

Il terzo aspetto riguarda ciò a cui abbiamo dovuto rinunciare. Per esempio tutte quelle persone che da piccole non hanno ricevuto doni e oggi criticano i bambini moderni troppo pieni di giocattoli. Oppure chi non ha ricevuto affetto che critica le madri che tengono sempre in braccio i bambini o rinunciano al lavoro per stare con loro.

legge dello specchio

Quale che sia il fastidio che proviamo e il motivo per cui lo proviamo, la cosa che a noi interessa di più è il fatto che la vita continua a presentarci le persone a noi simili per darci la possibilità di vedere aspetti di noi che devono ancora essere integrati. Il fastidio ci serve per comprendere lati del nostro carattere che non abbiamo ancora accettato e ci ostiniamo a nascondere nel profondo.

La legge dello specchio funziona sempre! Se non riusciamo a individuare in noi ciò che ci dà fastidio negli altri non è perché non possediamo quella caratteristica, ma perché è talmente radicata e nascosta che non riusciamo a vederla. Il punto è portarla alla luce per poterci lavorare consapevolmente.

 COME LAVORARE CON LA LEGGE DELLO SPECCHIO?

Il primo punto è riconoscere che ciò che proiettiamo sugli altri è in realtà una parte di noi. Il secondo, riconoscere che quella parte di noi non è nemmeno un difetto ma solo una qualità in via di sviluppo. Solo quando la porteremo alla luce e la guarderemo senza giudizio potrà sbocciare e mostrare la sua bellezza.

 

A livello pratico, invece, dobbiamo praticare l’osservazione continua, durante la giornata, di tutte le volte in cui emettiamo un giudizio o proviamo un fastidio. Questo tipo di osservazione deve essere neutra e non giudicante e ci deve portare a comprendere che queste parti appartengono a noi e non agli altri. Quando le vediamo senza giudicarle, le stiamo integrando nella luce e quindi accettando. Quando accettiamo qualcosa, la neutralizziamo.

 

Possiamo inoltre tenere ben presente, per tutta la giornata, il detto evangelico: “Ama i tuoi nemici”.

 

Un’altra via è quella di immaginare che non ci sia nessuno dentro le persone (e nemmeno dentro noi stessi) che compie le azioni. Questo alleggerisce molto il giudizio e aiuta ad aprire il cuore.

 Conclusioni

Chi ti è più scomodo, chi ti urta o infastidisce di più, ti sta in realtà dando la possibilità di risvegliarti e arrivare alla pace interiore. Benedici quindi il tuo nemico perché egli è in realtà il tuo più grande alleato in questo cammino di cui facciamo tutti parte.

Bibliografia

Salvatore Brizzi, Risveglio, Anima Edizioni, 2008

Salvatore Brizzi, La porta del mago, Anima Edizioni, 2008

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