ABITUDINI: È POSSIBILE ESSERE FELICI IN UNA VITA FATTA DI ROUTINE?
Se anche tu ti senti come un criceto sulla ruota che vede passare il treno della vita e non riesce mai a salire, se ti senti molto insoddisfatto senza sapere neppure bene perché, ma soprattutto se credi che la felicità abiti case diverse dalla tua, dove le persone ridono, scherzano e ogni giorno fanno cose nuove, allora questo articolo è per te.
DA COSA HANNO ORIGINE LE ABITUDINI?
Le abitudini si costruiscono istante per istante e si radicano molto profondamente dentro di noi, così profondamente che spesso non ne siamo nemmeno consapevoli. Ci vogliono ventun giorni, diceva Maxwell Maltz, perché un comportamento diventi un’abitudine. In realtà poi la scienza ha dimostrato che sono necessari molti più giorni, addirittura mesi, perché si formi un’abitudine, ma la cosa più significativa a riguardo è che spesso ciò avviene al di là della nostra volontà. La maggior parte delle volte, infatti, un comportamento entra a far parte del nostro schema psico-fisico senza che nemmeno ce ne accorgiamo e lì rimane fino a quando un evento, il più delle volte traumatico, non ci fa sprofondare nella sofferenza. Allora, se siamo fortunati, cominciamo a farci delle domande.
La felicità, pensiamo, sta nel possedere una macchina nuova, una casa più grande, un corpo più in forma, una ragazza più dolce, un lavoro più eccitante, sta nella possibilità di viaggiare per tutto il pianeta, nell’avere più tempo, più salute, più amicizie… La nostra vita è spoglia, fatta di gesti meccanici e ripetuti, di routine, come può portarci alla tanto anelata felicità?
Ok, un respiro.
Partiamo dal principio.
Le abitudini (o routine, come la vuoi chiamare) non hanno nulla a che fare con ciò che fai. Il “fare” è solo la punta dell’iceberg. Per farti comprendere meglio, ti porterò l’esempio di due vite molto diverse tra loro: quella di un mega manager stellare e quella di un monaco della foresta.
QUANTO INCIDE LA ROUTINE SULLA MIA FELICITÀ?
Partiamo dal mega manager stellare: è un pezzo grosso della sua azienda, forse il più grosso, e coordina un braccio di cinquanta persone. Le sue idee viaggiano per il mondo insieme a lui, la sua ventiquattrore atterra ogni giorno in un paese diverso e così i suoi piedi. Passa le giornate diviso tra ufficio, riunioni, caffè di lavoro, aperitivi con i colleghi (o sconosciuti) e atterraggi in suite di alberghi di cui non ricorda nemmeno il nome. È un po’ brizzolato ma non si tinge, perché il capello vissuto è trendy, però ha la pancetta di cui non va affatto fiero.
La sua vita, a livello convenzionale, può essere definita in tanti modi ma di certo non abitudinaria. Ha un sacco di interessi e la sua agenda è sempre piena di appuntamenti e di persone che deve conoscere.
Nonostante il mega manager stellare viva una vita al massimo, il suo corpo è rigido e cristallizzato come quello di un vecchio di novant’anni. Il suo collo è un cilindro di granito, le spalle un arco in noce massello e in gola ha perennemente un groppo, tipo un fazzoletto bagnato che non va né su né giù. A quanto pare, nonostante viva una vita priva di routine, le sue cellule portano traccia di posture sempre uguali a sé stesse.
Adesso andiamo dal monaco della foresta. Vive in un piccolo monastero in mezzo agli alberi e alle liane. Tutti i giorni si alza e va a letto alla stessa ora. Ogni giorno medita, mangia, lavora e raccoglie le offerte sempre in questo ordine. Per attraversare il cortile interno al monastero, poggia un passo dopo l’altro sulla stessa pista, dove ormai l’erba non cresce più. Non è mai stato interessato a cambiare percorso, perché non è interessato a riempire, bensì a svuotare.
Cosa ne pensi? Possiamo dire che la sua vita sia quanto di più abitudinario potrebbe esistere? Direi proprio di sì! Figuriamoci che non è mai nemmeno uscito dalla foresta!
Eppure il suo corpo, a differenza di quello del mega manager stellare, è flessibile, morbido come un giunco e perfettamente sano. Se andiamo a osservare i suoi muscoli vedremo come sono liberi da schemi di postura erronei e nocivi. Non recano traccia di abitudini reiterate nel tempo, ma solo di gesti sempre nuovi perché fatti in grande consapevolezza.
Ogni volta che attraversa il chiostro, infatti, il monaco sente come poggia il suo piede sull’erba ed è così concentrato nel momento presente che riesce ad avvertire tutte le sensazioni di appoggio e movimento come fosse il primo passo della sua vita. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante, il suo corpo gli parla e lui lo ascolta. E ogni giorno il suo corpo gli parla una lingua diversa, totalmente nuova, che lui ascolta con attenzione. Il monaco non ha bisogno di fare il giro del mondo per scoprire cose nuove… le scopre ogni volta che fa un passo nuovo.
LE ABITUDINI E LA NOSTRA MENTE
Vedi, hai appena scoperto il miglior metodo per risparmiare sulle tue vacanze! Se anche tu camminassi come cammina il monaco, non avresti bisogno di girare in lungo e in largo per trovare nuove ed eccitanti mete da vedere e di cui essere felice. Ti basterebbe fare quattro passi in una direzione, voltarti e tornare indietro per assaporare una libertà e una gioia davvero uniche. Non solo, ti basterebbe fare qualsiasi cosa fai per trovare semi di felicità non una, ma centinaia di volte nella tua giornata.
Abbiamo dunque compreso come le abitudini non abbiano nulla a che fare con le azioni. Hanno un’origine ben più profonda: sono generate dai pensieri. Se percorriamo il suolo di mezzo mondo sperando di vivere nuove fantasmagoriche avventure, o andiamo alla ricerca dell’anima gemella passando da una relazione all’altra, ma portiamo con noi sempre gli stessi pensieri, non cambierà proprio nulla e soprattutto non saremo mai soddisfatti.
Eppure il segreto esiste e si chiama mente. La nostra mente è un giardino arato e dissodato, con terra scura e soffice, molto fertile. Sta a noi scegliere i semi giusti da piantare. Se desideriamo avere un campo di papaveri, non ha senso seminare della gramigna. I semi che piantiamo, se accuditi, germogliano e crescono, perché la nostra mente, nella sua essenza pura, ha la natura di chiara luce. Avere una natura di chiara luce significa che la nostra mente, all’origine, è perfetta. Un campo fertile con un clima mite e temperato è il cocktail perfetto per qualsiasi coltura. Sta a noi scegliere. Se seminiamo gramigna o erbacce, anch’esse prolificheranno, perché troveranno le giuste condizioni per attecchire e moltiplicarsi.
Solo noi abbiamo le chiavi per accedere al giardino della nostra mente. Nessuno, senza il nostro permesso, può entrare e disporre a suo piacimento del nostro raccolto. Se qualcosa va storto, o non riusciamo a ottenere il raccolto che avevamo tanto sperato, questo lo dobbiamo unicamente a noi stessi, perché siamo noi gli unici padroni e guardiani della nostra mente.
Non è fantastico?
Non importa dove tu sia, importa solo come tu sia in quel momento. E la qualità della tua esperienza ha origine nella tua mente. La tua mente è un terreno fertile di cui solo tu puoi disporre. Vuoi essere felice? Pianta il seme della felicità e prenditene cura!
COME SI CREA UN’ABITUDINE
Il pensiero si manifesta come parola;
la parola si manifesta come azione;
l’azione si sviluppa in abitudine;
e l’abitudine si indurisce in carattere.
Pertanto osservate il pensiero e i suoi modi con cura,
e lasciate che sorga dall’amore
frutto dell’interesse verso tutti gli esseri.
IL BUDDHA
In origine era il verbo, disse qualcuno di abbastanza famoso. E per essere più precisi ancora: in origine era il pensiero. Di solito sono necessari diversi pensieri di uno stesso tipo prima che si generi nella nostra mente un’intenzione.
L’intenzione è molto forte perché nasce sempre affiancata a un’emozione. L’emozione è uno dei motori più potenti che abbiamo a disposizione. Quindi pensiero + emozione = cocktail micidiale. Un’emozione ben diretta ha un potere grandissimo e può condurre a qualsiasi realizzazione. L’emozione veicola l’intenzione e da questa ha origine l’azione. Più azioni di un medesimo stampo conducono a risultati simili, che reiterati nel tempo diventano abitudini.
Le abitudini, dunque, hanno origine nel pensiero. Il grande problema è che la maggior parte delle volte, non siamo consapevoli di questi pensieri. Essi ci attraversano al di là del nostro controllo, o per meglio dire: della nostra attenzione. Siamo come crisalidi vuote. All’esterno appariamo come persone tutte d’un pezzo, a volte molto belle, simpatiche, brillanti, ma all’interno siamo completamente vuoti. Disabitati. Dentro di noi non c’è nessuno. Il timone del nostro corpo è affidato a un pilota automatico che esegue in modo meccanico le azioni della giornata. Talvolta, quando dobbiamo risolvere qualche problema più complesso, rientriamo temporaneamente nel nostro involucro, ma giusto lo spazio di pochi secondi per poi di nuovo lasciare la nostra vita in mano al computer di bordo.
Questa è la ragione fondamentale per cui, per quanto corriamo di qui e di lì e ci poniamo nuovi obbiettivi da raggiungere e posti da visitare, restiamo sempre fermi nello stesso punto con l’amara sensazione di non aver vissuto la nostra vita. Eccoci, a correre sulla nostra ruota con foga, illudendoci di arrivare da qualche parte e disperandoci perché tutto appare vuoto, privo di significato, insipido.
HAI DAVVERO ANCORA VOGLIA DI INSERIRE IL PILOTA AUTOMATICO?
Così, mentre il pilota automatico è inserito, le abitudini si originano in noi senza che nemmeno ne siamo consapevoli. E il nostro corpo è il primo recettore, il primo a soffrirne.
A furia di pensare alla riunione successiva, a cosa dire all’amministratore delegato, a cosa farà la sera nel nuovo albergo di turno, il collo del manager comincia a irrigidirsi. Le sue cellule si modellano sulla natura dei suoi pensieri che sono fatti di ansia. Egli vive proiettato nel futuro, in uno stato di costante agitazione che lo distacca dal momento presente. Anche la gola è stretta in una morsa fastidiosa, ma egli attribuisce la colpa di quel nodo all’inquinamento delle città in cui si reca. Il corpo gli manda molti messaggi, ma lui è sordo. Le uniche cose che gli interessano sono nel futuro. Un passo più avanti di dove si trova ora. Anche la felicità è proprio lì a un passo, eppure non riesce mai a raggiungerla. Lui sa che quando riuscirà a ottenere la promozione allora sarà veramente felice. Poi la promozione arriva e inspiegabilmente la felicità dura pochissimo per poi dissolversi come fumo al vento. Allora capisce che in realtà sarà felice solo quando riuscirà a perdere quei chili di troppo che lo appesantiscono e rendono meno attraente. Si iscrive in palestra, fa una dieta e finalmente perde quei chili, ma anche qui, la gioia per il risultato ottenuto è così effimera che lui non riesce a goderne. Ha bisogno di un nuovo obbiettivo. Raggiunto quello, allora, sarà veramente felice.
Egli soffre e non sa nemmeno perché.
Mentre il suo corpo è in giro per il mondo, la sua mente è sempre ferma. Cristallizzata sugli stessi pensieri. Ha una natura ossessiva e si ancora con forza al futuro, perdendosi totalmente il presente. È come se avesse un raffreddore fortissimo da molti anni. Per quanto assaggi pietanze sempre nuove, cucinate dai migliori chef del mondo, non riesce a percepire nemmeno un sapore.
Il monaco invece mangia riso bianco con verdure ormai da anni, ma ogni giorno ne assapora con grande presenza il sapore unico e meraviglioso. Egli sa che si può godere di ogni più piccolo istante, ovunque si trovi e non ha bisogno di girare il mondo, o di avere molti soldi per essere felice. Il suo corpo è totalmente abitato, lui non lo abbandona quasi mai e anche quando gli capita di farlo, con gentilezza si risveglia e torna al comando. Per questo egli ha sviluppato grande saggezza e potere. Si tratta di un potere spirituale, non mondano, che gli fornisce la possibilità di irradiare amore verso sé stesso e gli altri e di godere a pieno di ogni respiro che fa. Il suo corpo non reca traccia di pensieri o emozioni negative e distruttive, per questo è così sano, vigoroso e in forma. E la felicità è proprio lì, sempre a disposizione nel passo che sta facendo in quel momento.
Cosa scegli dunque di essere in questa vita? Manager che gira come una palla da biliardo per il globo alla ricerca della felicità, o monaco che cammina un passo alla volta?
Per essere manager non c’è bisogno di fare grande sforzi. Lo siamo già un po’ tutti quando ci lasciamo sommergere dal desiderio di essere in posti diversi da quelli in cui siamo, o in modi diversi da quelli in cui siamo. Lo siamo un po’ tutti quando crediamo che con un corpo più magro saremo più felici, o con un lavoro più remunerato, o con una casa più grande, un bambino in più, dei denti più sani, l’uomo dei nostri sogni, il cane di razza…
QUAL È IL SEGRETO DI UNA VITA FELICE?
Per essere come il monaco hai bisogno di due cose: volontà e capacità di lasciare andare.
La forza di volontà è fondamentale nel fornirti l’energia necessaria per restare sulla strada, senza deviare. A volte infatti siamo portati a scegliere la via più semplice. E fare un passo alla volta è molto più difficile che correre una maratona senza nemmeno sapere di averla fatta. Ci vuole costanza, ci vuole fiducia, ci vuole impegno e grande energia. È come se dovessi risvegliarti da un sogno molto reale e eccitante, che ti intriga tantissimo. Devi trovare la forza di riconoscere che si tratta solo un sogno e aprire gli occhi nonostante tutta la stanchezza accumulata negli anni. Ma soprattutto devi trovare la forza di fidarti delle tue sensazioni più profonde, con cui non sei più in contatto da anni, che ti dicono che questa, per quanto strana e assurda, è l’unica possibilità che hai di essere felice.
La tua possibilità di essere felice ha a che vedere con il presente. Ogni volta che te ne ricordi, durante la giornata, puoi utilizzare la tua forza di volontà per tornare ad abitare te stesso. Ciò significa essere concentrato su ciò che stai facendo. Quando lavi i piatti, stai lavando i piatti. Quando fai un passo per scendere dal letto la mattina, stai facendo un passo per scendere dal letto. La tua mente è completamente focalizzata su questo momento, non ha spazio per il passato, né per il futuro.
Semplice no? A parole sì, ma a fatti… In realtà, questa azione è duplice. Da un lato presuppone il “risvegliarsi” dal pensiero continuo e logorroico che ti distacca dalla realtà e ti fa compiere le azioni in modo meccanico e ripetitivo una dopo l’altra. Dall’altro la forza di restare nel presente e non lasciarti riassorbire dal chiacchiericcio. Per capire cosa significhi puoi fare una prova. Per i prossimi sette giorni torna al momento presente ogni volta che te ne ricordi e ancorati in ciò che stai facendo con grande attenzione.
Perché l’esercizio abbia uno sviluppo positivo è necessario aggiungere un’altra componente: il lasciare andare aspettative e giudizi. Se riuscissimo a prestare attenzione ai miliardi di pensieri che agitano la nostra mente, infatti, vedremmo come più della metà di essi ha a che fare con il giudizio verso noi stessi e verso gli altri, o le situazioni in cui ci troviamo. Ogni volta che giudichiamo, stiamo uscendo dal presente. Stiamo mettendo un filtro tra noi e l’esperienza che stiamo vivendo. Se lasciamo andare il nostro desiderio compulsivo di dire “mi piace” e “non mi piace”, riusciamo a stare completamente connessi con il presente, accettandolo per quello che è. In questo modo, ogni gesto, anche il più semplice, è totalmente nuovo. Come se lo compisse un neonato. I maestri definiscono questo stato “la mente del principiante”, o “mente zen”. Questa mente è aperta, luminosa, capace di provare stupore, abitata da una pace priva di confini. Questa mente non conosce abitudini perché vede ogni momento nella sua piena interezza, lo assapora come fosse il primo e l’ultimo.
COMINCIA CON UN ESERCIZIO PER MANGIARE IN MODO CONSAPEVOLE
Se hai voglia di sperimentare, puoi provare a mangiare un pasto con una mente da principiante. Porta con lentezza il boccone alla bocca e mastica a lungo, lasciandoti attraversare dalle sensazioni del cibo che si scioglie sulla lingua, dai sapori che sprigiona, dal suo profumo, calore, consistenza. Prova a chiudere gli occhi se questo può aiutarti a concentrarti di più. Spesso quando mangiamo, infiliamo in bocca un boccone e simultaneamente stiamo già riempiendo un’altra forchettata. A volte non aspettiamo nemmeno di aver deglutito il primo boccone prima di introdurre nuovo cibo in bocca. Per questo puoi provare ad appoggiare la forchetta tra un boccone e l’altro. Ogni volta. Ti accorgerai che il cibo ha un sapore del tutto nuovo. Scoprirai profumi e sapori del tutto sconosciuti. E la cosa fantastica è che non avrai bisogno di degustare cibi nuovi perché questo avvenga!
Per inciso, non c’è bisogno di essere monaci per avere una mente da principiante, anzi. È possibilissimo essere manager, panettieri, idraulici, maestri, o qualsiasi altro tipo di persona e avere una mente zen. Riconoscerai queste persone dalla serenità che emanano e dalla semplicità della vita che conducono. Più si riesce a stare nel presente, infatti, e più si è in grado di trovare la felicità in un semplice respiro.
Ogni volta che sorge un giudizio e subito dopo un’aspettativa per come vorresti che fosse, lascia andare quel pensiero e torna con serenità a ciò che stai vivendo in quel momento. Questa è la base della consapevolezza: essere presenti a ciò che accade con una mente priva di giudizio. La consapevolezza, o mindfulness come oggi è conosciuta dai più, è una delle vie più profonde verso la liberazione dalla sofferenza.
Piccole increspature di consapevolezza, ripetute ogni giorno, ti porteranno a modificare i tuoi atteggiamenti più profondi, verso una via di pace e serenità. Bastano pochi istanti di consapevolezza non giudicante per scardinare anni di mente agitata e priva di direzione. Questa è la via migliore per sradicare anche le abitudini più profonde e dare nuova linfa vitale al tuo corpo e al tuo cuore.
LA FELICITÀ È IN QUESTO PASSO
Se vuoi ritrovare la felicità che naturalmente ti appartiene, devi tornare bambino. Creme antirughe e ore di palestra non faranno del tuo un corpo giovane. Ciò che ti può rendere giovane è la qualità dei tuoi pensieri, i semi che deciderai di piantare nella tua mente. Il modo in cui deciderai di vivere la tua vita al di fuori di schemi fossilizzati negli anni, di abitudini di cui non sei nemmeno consapevole.
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