un piccolo rituale per celebrare il natale dell’anima
La nascita non è un atto, è un procedimento ininterrotto. Lo scopo della vita è di nascere pienamente, ma la sua tragedia è che la maggior parte di noi muore prima di essere veramente nato. Vivere significa nascere ad ogni istante. La morte si produce quando si cessa di nascere.
(Erich Fromm)
Per riscoprire il vero significato del Natale dobbiamo allontanarci da tavole imbandite e centri commerciali e connetterci con i miti del passato, in cui rappresentava un simbolo di rinascita e cambiamento.
In epoca romana, ad esempio coincideva con la festa del Dies Natalis Solis Invicti (nascita del sole invitto) momento in cui la durata del giorno cominciava ad aumentare dopo il solstizio d’inverno, rappresentando così la rinascita del sole.
Per il cristianesimo era la data di nascita del Cristo, simbolo di consapevolezza, verità e conoscenza nonché dell’avvento di una nuova epoca basata sull’amore e sulla compassione.
Il Natale è un archetipo molto potente, perché legato al ciclo eterno della vita, di cui la morte è un aspetto fondamentale, in quanto tutto cambia, tutto passa, tutto si trasforma. Come diceva Eraclito, “Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.”
L’essenza stessa della nostra vita è intimamente legata al cambiamento e a una continua rinascita, solo che la maggior parte delle volte non ne siamo consapevoli, o essendolo, ci opponiamo al suo flusso. Il cambiamento spaventa, perché per cambiare dobbiamo lasciar morire una parte di noi e fare un salto nel buio.
La nostra vita è come un oceano smisurato di onde che montano, si allargano e poi precipitano, ritornando come prima e al tempo stesso completamente diverse. L’illusione di poter trattenere le cose, le persone, o gli eventi è appunto solo un’illusione, un pensiero destinato a causarci una grande sofferenza.
Il Natale allora con la sua sacra ritualità legata alla nascita, ci dà l’opportunità di riconnetterci profondamente con la nostra vera natura, che è impermanente e in continuo mutamento e ci ricorda che quanto più fluiamo in questo cambiamento, tanto meno saremo destinati a soffrire.
Possiamo trasformare il nostro Natale da una festa commerciale dedicata allo shopping e alle abbuffate, in un momento molto profondo di consapevolezza sulla transitorietà della vita e sulla bellezza che emerge in noi nel momento in cui ci permettiamo di viverla. Per vivere pienamente la vita, dobbiamo morire a noi stessi più volte, perché ogni istante sia completamente nuovo, innocente, puro.
Ricordarci che tutto passa (quindi anche i momenti difficili) e che in ogni istante abbiamo il potere di creare la nostra vita esattamente come desideriamo che sia, è il miglior dono che possiamo fare a noi stessi per questo Natale. Noi diventiamo ciò che ogni giorno scegliamo, pensiamo e facciamo. Essere consapevoli di ciò che scegliamo, pensiamo e facciamo vuol dire celebrare il nostro Natale, la nostra rinascita, e permettere alla felicità di risorgere in noi.
crea il tuo natale e onoralo con il tuo sacro rituale
Ho sempre amato molto i riti, perché in vari momenti della mia vita mi hanno dato la possibilità di celebrare me stessa e accedere a livelli di coscienza che andavano fuori dall’ordinario. I rituali parlano direttamente con il nostro inconscio, al di là della logica e della ragione. In questo senso, sono molto potenti e vanno compresi, onorati e interiorizzati in modo profondo.
Per onorare il vostro Natale e celebrare la rinascita e il cambiamento in tutte le sue forme, vi presenterò dunque un piccolo rituale che potrete fare la notte, o il giorno di Natale. Ognuno di noi vibra in modo diverso, connettendosi più facilmente a certi elementi piuttosto che ad altri, per questo motivo potrete scegliere la versione a voi più affine dello stesso rituale che assocerò a 4 elementi diversi: fuoco, aria, terra e acqua.
Questo piccolo rito nasce con l’intento di aiutarci a lasciare andare pensieri, emozioni e credenze limitanti e distruttive, così da dare al cambiamento la possibilità di esprimersi al meglio.
Per prima cosa, potete trovare un posto tranquillo e riparato in cui sedere. Fate in modo di essere comodi, stabili e protetti dalle varie ingerenze, perciò avvisate i vostri famigliari di non disturbarvi e spegnete telefoni e cellulari.
Quindi chiudete gli occhi e fare qualche respiro profondo, entrando in connessione con i movimenti del vostro addome che si alza quando inspirate e si abbassa quando espirate. Lasciate poi che il respiro torni al suo ritmo naturale e continuate a esercitare una ferma attenzione su di esso, seguendolo in tutto il suo corso: inspiro, pause, espiro, pause. Entrerete così in connessione con il vostro addome, i suoi movimenti, le sue eventuali contratture, i giudizi, gli stati d’animo e i pensieri che vi attraverseranno.
Va bene così. È naturale avere pensieri, giudizi, emozioni. Lasciate che scivolino sullo sfondo e rivolgetevi questa domanda: “Che pensiero, emozione, credenza desidero lasciare andare per sempre?”
Questa domanda è come un semino che mettete nella terra. Può essere che abbia bisogno di pochi istanti per germogliare, o di giorni interi. Continuate a porvela diverse volte e poi mettetevi in ascolto di tutto ciò che emerge. Potranno esserci immagini, pensieri, sensazioni, emozioni, schemi mentali, stati mentali, credenze, suoni, ricordi, anticipazioni sul futuro… Qualsiasi cosa va bene, sempre che sia una cosa che parte da voi (per intenderci, anche se lo desidereremmo molto non possiamo disfarci della suocera e nemmeno del capo!).
Ora scrivete su un foglietto un elenco di ciò che è emerso, quindi scegliete una di queste 4 modalità per lasciarlo andare:
FUOCO: Bruciate il foglietto con una candela fino a ridurlo in cenere, quindi disperdetela.
ARIA: Legate il foglietto a un palloncino, o a una lanterna e lasciatela andare.
TERRA: Trovate un posto in campagna a voi caro e sotterrate il vostro foglietto.
ACQUA: Trovate un corso d’acqua non stagnante e abbandonate alla corrente il vostro foglietto.
Di ritorno a casa, prendetevi ancora un momento per riflettere sulle emozioni che questo rito ha fatto sorgere in voi. Rinnovate l’intenzione di lasciare andare, ricordando a voi stessi ciò che Ajahn Chah ha descritto magistralmente: “Fate ogni cosa con una mente che sappia lasciare andare. Non aspettatevi nessuna ricompensa o premio. Se lasciate andare un poco, avrete un poco di pace. Se lasciate andare completamente, conoscerete la pace e la libertà complete.”