PSICOMAGIA E LINGUAGGIO DELL’INCONSCIO

psicomagia

PSICOMAGIA E LINGUAGGIO DELL’INCONSCIO

Se ti chiedessi: «Vuoi smettere di soffrire in questo istante?» sono certa che risponderesti «Sì». Eppure, la guarigione dell’anima richiede coraggio. Se vuoi guarire devi essere disposto a pagarne il prezzo. Uscire dalle difficoltà implica il fatto di cambiare profondamente la relazione con te stesso e con il tuo passato e questo può fare molta paura. Non tutti sono disposti a cambiare. Ricorda: abbiamo solo i problemi che desideriamo avere. Dal punto di vista psicomagico, se hai un problema e non ti attivi per risolverlo, significa che sei legato alla tua difficoltà e non hai intenzione di uscirne perché lì ti senti al sicuro.

CHE COS’È LA PSICOMAGIA

Come invertire la rotta delle nostre paure, sciogliere i nodi del passato che ci fanno soffrire e sanare le nostre ferite? Jodorowsky, il fondatore della psicomagia, risponde: «Non ci può essere autentica guarigione se non si passa all’azione concreta.» Dopo una presa di coscienza profonda della propria identità, delle proprie difficoltà e degli impulsi che spingono ad agire/reagire in una certa direzione, la psicomagia fornisce un atto creativo reale a cui la persona deve scrupolosamente attenersi per guarire. Si tratta di un vero e proprio programma concreto di azioni che vanno seguite alla lettera dal paziente e che lo aiutano a tornare a uno stato di equilibrio interiore.

Questa terapia non si basa su medicine, preparati d’erbe o sedute di psicoterapia, ma sull’importanza di un dialogo diretto e chiaro con l’inconscio del paziente che sia in grado di bypassare la sua parte razionale. La psicomagia può essere descritta in vari modi, perché si tratta di un atto poetico (la parola/pensiero ha un’importanza fondamentale nel processo di guarigione), di un atto onirico (le azioni che vengono prescritte come terapia sono molto simili alle azioni che potremmo compiere in un sogno) e di un atto magico (la magia secondo Jodorowsky fa parte della vita a patto che si coltivino certe qualità del cuore come coraggio, purezza, disciplina).

In poche parole, questa singolare forma di arte e terapia riesce a guarire le persone parlando direttamente al loro inconscio. La difficoltà del terapeuta sta nell’imparare questo complesso linguaggio fatto di simboli, metafore, immagini, assonanze, ricordi per riuscire a inviare messaggi molto chiari. Secondo Jodorowsky, se il messaggio è chiaro, l’inconscio risponde immediatamente e nel paziente avviene un cambiamento.

Un aspetto importante è che nessun tipo di terapia, nemmeno la psicomagia, può curare chi si rifiuta di guarire. Jodorowsky quando riceve i suoi pazienti li invita a raccontar le loro vite con accuratezza e poi studia il loro albero genealogico. Dopo che ha individuato insieme a loro il problema su cui vogliono lavorare, entra in uno stato di autoipnosi, o trance, o profonda presenza mentale e prescrive un atto preciso (a volte estremamente complesso, altre più semplice) con cui sciogliere il nodo di quella difficoltà. Prima di prescrivere l’atto, tuttavia, si assicura che l’interessato sia fermamente deciso a volerlo compiere fino in fondo senza mettere in dubbio nulla ma affidandosi completamente a lui. Il paziente deve essere molto deciso a voler guarire, altrimenti in un modo o nell’altro saboterà l’atto e resterà ancorato alla sua zona di dolore.

psicomagia

Una volta che il paziente ha concluso l’atto seguendo tutte le istruzioni, ha l’obbligo di scrivere una lettera dettagliata a Jodorowsky in cui descrive tutto l’atto e cosa è accaduto in seguito. Quest’ultimo compito fa parte della terapia, perché l’atto di scrivere ha virtù terapeutiche e inoltre ripercorrere il viaggio di guarigione lo valorizza agli occhi del paziente e serve al terapeuta come risarcimento per i suoi servizi (Jodorowsky non chiede soldi per le sue consulenze).

Il punto di forza di questo tipo di terapia secondo Jodorowsky sta nel fatto che il corpo umano accetta in modo diretto e ingenuo il linguaggio simbolico. Inoltre, sfrutta la convinzione presente in tutte le culture sciamaniche antiche che la parola è dotata di una forza dirompente, capace di dare forma concreta al desiderio espresso se viene usata in modo corretto. Insieme alla parola, l’inconscio recepisce molto bene e in modo diretto simboli, immagini, oggetti, rituali…

Secondo Jodorowsky: «Perché la presa di coscienza di un problema divenisse efficace, dovevo far agire l’altro, indurlo a compiere un’azione precisa, senza per questo assumermene la tutela o diventare la guida per tutta la vita. Così è nato l’atto psicomagico nel quale si coniugano tutte le esperienze assimilate nel corso degli anni, di cui abbiamo parlato finora [esperienza di teatro panico, di sogno lucido, di magia; n.d.r.]»

 PSICOMAGIA E CONSAPEVOLEZZA

Forse ti sei chiesto come mai scrivo di psicomagia in questo sito dove parlo principalmente di meditazione, consapevolezza e psicologia buddista. Lo faccio per varie ragioni.

La prima è che la psicomagia utilizza una terapia basata su un rito e io credo fermamente nella potenza insita in qualsiasi tipo di ritualità. In qualsiasi cultura, il rito ha rappresentato il linguaggio tramite cui connettersi con il divino che è in noi. Lavoro da anni con la dimensione del gruppo e ho potuto notare come i riti siano sempre momenti di sblocco, capaci di grandi cambiamenti interiori verso il positivo.

La seconda è che Jodorowsky, il padre della psicomagia, è un personaggio a mio parere davvero incredibile, che ha fatto molte cose nella vita ma soprattutto ha lavorato molto su di sé attraverso pratiche meditative che gli hanno permesso di sviluppare una grande presenza mentale, segreto del successo delle sue terapie. Molti dei concetti che esprime nei suoi libri riguardano il risveglio, la capacità dell’uomo di uscire dalla tirannia della mente, dal sonno in cui è avvolto, per entrare con forza nel qui e ora. Non è diventato psicomago perché aveva bisogno di guadagnare soldi (ne aveva già abbastanza e come già detto non si fa pagare per questo tipo di consulti), ma per aiutare le persone ad affrancarsi in modo positivo dal passato per poter entrare con più felicità nel presente.

Un concetto che ripete di sovente è questo: “Senza lucidità, niente è possibile.” Nel momento in cui ci facciamo travolgere da un’esperienza, siamo così assorbiti dalla vita da perdere di lucidità. Questa identificazione restringe il campo delle possibilità e limita l’esperienza. La magia non può manifestarsi nella vita di coloro che si lasciano agire dagli eventi.

mindfulness meditazione

Diventare psicomago, secondo Jodorowsky, significa coltivare il coraggio di fare un passo indietro e diventare testimoni dell’esperienza, lasciando andare il coinvolgimento che ha origine dalla mente per poter fluire insieme alla vita. Questa libertà dalla reazione, il tornare al presente, dà la possibilità di vedere la realtà per quella che è ed è la porta di accesso che permette alla magia di irrompere nella vita.

“L’uomo che viene mosso dai propri automatismi non smetterà mai di identificarsi con sé stesso. (…) Quando svolgo il mio ruolo di psicomago e cado in trance o autoipnosi a parlare non è il mio piccolo io. Credo di aver lavorato su me stesso quanto basta per poter essere capace di ottenere questa precisa dissociazione da me stesso. (…) Ho passato buona parte della mia esistenza meditando e studiando gli insegnamenti tradizionali per trovare dentro di me, gradualmente, uno spazio impersonale, uno spazio situato al di là o al di qua del piccolo io.”

La terza è che nella mia vita, a volte senza saperlo, ho usato la psicomagia su di me e ha avuto un effetto guaritivo davvero incredibile. Te ne parlo qui sotto.

LA MIA ESPERIENZA CON LA PSICOMAGIA

Purtroppo non ho mai avuto il piacere di conoscere Jodorowsky di persona ma ho letto alcuni suoi libri che hanno influenzato in parte il mio percorso spirituale. Ero rimasta molto colpita sia dalla sua conoscenza dei sogni lucidi che dal lavoro profondo sull’individuo attraverso i rituali della psicomagia.

Il rito ha sempre rappresentato una dimensione a me molto vicina, capace di bypassare la mia mente razionale e introdurmi in un terreno molto fecondo. Sin da bambina ho costellato la mia vita di atti rituali attraverso cui sono riuscita ad accrescere il mio coraggio e guardare in faccia le mie ombre. La prima volta in cui ho usato in modo consapevole la psicomagia, tuttavia, ero già adulta e mi trovavo in un momento molto difficile della mia esistenza.

Sono nata e cresciuta in una cascina insieme a un clan famigliare molto stretto e a volte asfissiante. Non ho avuto un’infanzia molto facile e mi sono sentita spesso in pericolo, indifesa a livello emotivo a causa degli “attacchi” di questa famiglia ingombrante e spesso poco empatica.

Dopo la laurea e un master, la mia vocazione lavorativa è stata assorbita dal desiderio di risollevare le sorti dell’azienda agricola in cui vivevo aprendo un agriturismo con varie attività. Fu un lavoro che mi assorbì molto, in cui credetti fin dal primo istante e che mi diede tantissime soddisfazioni. Tuttavia, mi trovai presto a fare i conti con la famiglia. Senza scendere nei dettagli assai dolorosi di quella vicenda, diventai vittima di mobbing da uno stesso componente della famiglia che mi fece patire ogni genere di sofferenza. Amavo profondamente la mia cascina, il mio lavoro e tutto ciò che avevo creato e che stava funzionando molto bene, ma non riuscivo più a sostenere la pressione psicologica che mi veniva dalla famiglia. Non riuscivo più a dormire ed ero sempre agitata, impaurita e disperata. Nonostante ciò, non riuscivo a lasciare andare quel posto, perché ci ero attaccata con l’anima sin da bambina e perché il lavoro mi piaceva moltissimo. Inoltre, non avevo altre possibilità di lavoro e la mia condizione economica era piuttosto critica.

Un giorno, compresi che non sarei potuta andare avanti ancora per molto in quel modo. Mi sarei ammalata. Così mi sedetti in meditazione e ricevetti un messaggio chiaro. Non so da dove venne quel messaggio, ma non lo misi mai in dubbio, bensì lo eseguii alla lettera. Andai a casa di mia madre e presi il piatto di ceramica e le posate con cui avevo mangiato sin da bambina, li misi in un sacchetto e camminai fino a raggiungere un posto in cui ero solita andare tutti i giorni da anni. Si trattava di una piccola roggia in cui mi sedevo ad ascoltare il suono dell’acqua e a studiare. Cercai un punto del campo in cui la terra era più soffice, poi mi misi a scavare con le mani una buca abbastanza profonda per ospitare il piatto e le posate. Quindi le seppellii e con dei legni trovati nel bosco costruii una piccola croce. Feci il funerale alla mia infanzia, al mio passato e a ciò che ero stata fino ad allora.

Lacrime calde mi rigarono le guance. Fu il primo funerale della mia vita ed ebbe un impatto fortissimo su di me. Avevo appena seppellito il mio passato e se all’inizio questa cosa mi aveva molto spaventata, poi mi diede la forza di capire che solo lasciando andare il passato avrei potuto scrivere un nuovo presente.

Pochi mesi dopo mi licenziai e mi spostai a vivere fuori dalla cascina. Da allora non sono più rientrata nonostante mi abbiano proposto più volte di tornare a lavorare lì. Sono molto felice di questa scelta e finalmente sono serena e realizzata in ciò che faccio. Se fossi rimasta lì, penso ogni giorno, il mio fegato ora avrebbe bisogno di un trapianto e io non avrei realizzato tutto ciò che ho realizzato.

Bibliografia:

Alejandro Jodorowsky, “Psicomagia, una terapia panica”, Feltrinelli ed., 2010

Alejandro Jodorowsky, “Psicoposta, consigli psicomagici per la cura dell’anima”, Castelvecchi, 2007

Alejandro Jodorowsky, “La danza della realtà”, Feltrinelli ed., 2013

GRAZIE

GRAZIE PER LA TUA CONDIVISIONE

Grazie per aver letto con attenzione questo articolo fino a qui, se ti è stato utile, o ti ha illuminato in qualche modo, aiutami a diffonderlo condividendolo con altre persone.
Se quello che leggi in questi articoli ti risuona, puoi seguire @ilcuoresaggio su instagram e facebook.

Buona pratica!